Adolescenza che fatica!

Ogni genitore prima o poi deve fare i conti con questo momento tanto temuto, ossia l’adolescenza dei propri figli. Ecco che all’improvviso i nostri bambini adorati, che abbiamo accudito e coccolato fin da prima che nascessero, sembrano essersi trasformati in dei piccoli mostriciattoli il cui unico compito appare essere quello di renderci la vita impossibile!! Ma cerchiamo di capire meglio cosa accade nella mente dei nostri ragazzi e quali sono i compiti ed i cambiamenti ai quali si trovano a dover far fronte in questo periodo.

Il primo ad utilizzare il termine “adolescenza” in psicologia e’ stato lo psicologo Stanley Hall nel 1904. Con questa parola si può intendere la fase di transizione dall’infanzia all’età adulta, che attualmente va dai 13/14 ai 20 anni circa e vede il ragazzo impegnato ad affrontare una serie di cambiamenti fisiologici, morfologici, sessuali, cognitivi e sociali. Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta è oggi molto graduale in quanto mediato dall’essere un giovane adulto, che per caratteristiche di dipendenza economica e di indeterminatezza, risulta essere molto simile all’adolescente. Vediamo insieme i diversi cambiamenti che si verificano durante questa complessa fase della vita:

1. Maturazione fisica: Vi e’ una rapida crescita fisica, lo sviluppo degli organi riproduttivi, la comparsa dei caratteri sessuali secondari (quali seno, barba e peli pubici), l’arrivo del menarca per le ragazze (primo ciclo mestruale), la prima eiaculazione per i ragazzi. In questa fase si può notare un dislivello nella maturazione di maschi e femmine, in quanto le ragazze tendono solitamente ad avere uno sviluppo fisico più precoce di quello dei ragazzi (11-14 anni contro 13-16 anni). I giovani devono quindi affrontare il compito di elaborare una nuova identità corporea e possono riscontrare difficoltà nell’integrare alcune caratteristiche ancora infantili con altre già adulte, provocando in alcuni casi grande imbarazzo per il proprio corpo. La discrepanza fra sviluppo sessuale e sociale può talvolta portare a condotte sessuali impulsive ed esperienze a rischio.

2. Sviluppo cognitivo: In questa fase i ragazzi raggiungono lo stadio di pensiero ipotetico-deduttivo, cosi come viene definito dallo psicologo Piaget. Gli adolescenti divengono cioè in grado di riferirsi mentalmente ad oggetti non presenti nell’esperienza diretta, ma solo ipotetici, e ricavare da essi tutte le possibili conseguenze logiche. Apprendono quindi a pensare per ipotesi, riflettere sui nessi causa-effetto, sulla logica implicita degli eventi oltre la loro apparenza materiale. Per l’adolescente non esiste più solo il presente ma prende consistenza anche la dimensione futura con tutti gli enigmi che ne fanno parte (le aspettative, i propri sogni, le proprie paure).

3. Piano emotivo e sociale: Nell’eta’ adolescenziale il ragazzo inizia ad investire in modo intenso soggetti esterni alla propria cerchia familiare, disinvestendo parzialmente i genitori ed impegnandosi nelle prime relazioni intime. In questa fase sono centrali i rapporti di amicizia e di amore ed il gruppo dei pari, dove si elaborano nuove regole condivise diverse da quelle familiari. Il gruppo risponde al bisogno di conoscenza di sé e degli altri ed e’ il luogo privilegiato dall’adolescente per la costruzione della propria identità e la sperimentazione del proprio Se’.

4. Processo di formazione dell’identità: Lo psicologo Erikson definisce l’acquisizione dell’identità come il compito evolutivo principale dell’adolescenza. Tale identità non è una somma delle identificazioni precedenti, bensì una messa in discussione delle conquiste fatte e la ridefinizione globale della propria prospettiva di vitaIl compito di base per l’adolescente consiste nell’integrare le varie identificazioni che si porta dietro dall’infanzia per formare un’idea di sé più completa e sfaccettata. Proprio a questo fine la società dovrebbe fornire all’adolescente l’opportunità di poter sperimentare liberamente diversi ruoli, in modo da consentire al ragazzo di mettersi alla prova in nuovi compiti e sfide, costruendo gradualmente il proprio Sé. Lo psicologo Marcia, attraverso interviste semi-strutturate a soggetti adolescenti, ha ampliato gli studi di Erikson individuando quattro stati dell’identità che corrispondono a quattro differenti modalità del ragazzo di rapportarsi agli eventi:

  • Conquista dell’identità: Il ragazzo e’ passato attraverso la crisi d’identità ed ha stabilito le proprie preferenze occupazionali e la propria visione ideologica del mondo. Vi e’ stata un’esplorazione adeguata ed un successivo impegno verso l’alternativa scelta.

  • Preclusione/blocco di identità: Il ragazzo, a causa della precoce assunzione di un impegno, spesso assegnato da figure significative, non ha potuto esplorare adeguatamente le alternative, non operando quindi una scelta autonoma.

  • Moratoria di identità: La mancata assunzione di un impegno porta il ragazzo a permanere troppo a lungo nella fase esplorativa, posticipando il momento della scelta. Questi ragazzi devono spesso ancora risolvere il conflitto fra i progetti dei genitori per loro ed i propri interessi.

  • Diffusione di identità: Si verifica quando vi e’ un mancato avvio della fase esploratoria, che non sembra interessare. Il ragazzo in questo caso non prende iniziative, ne’ si sperimenta nei ruoli possibili.

5. Cambiamenti nel rapporto con i genitori/dinamiche delle relazioni familiari:
Le trasformazioni cognitive, emotive e sociali sono tutte componenti del processo di separazione-individuazione in cui l’adolescente e’ impegnato. Il ragazzo si separa dalla famiglia ampliando il raggio di relazioni e attività esterne gestite autonomamente e si individua in quanto delinea sempre più chiaramente i propri interessi e la propria identità. L’individuazione avviene per antitesi rispetto alle autorità da cui si e’ dipeso nell’infanzia, producendo una contestazione dei modelli ricevuti e una messa in discussione dell’autorità genitoriale. Tipica di quest’età è la conflittualità interiore che porta l’adolescente a scontrarsi con il bisogno di autonomia da un lato ed il desiderio di sentirsi ancora bambini dall’altro; l’esigenza di individuazione si contrappone così ai momenti di sconforto in cui si ha ancora un estremo bisogno di essere rassicurati dai propri genitori. Questa conflittualità si esprime all’interno della famiglia attraverso varie forme di comunicazione verbale (silenzi, aumento dei conflitti, provocazioni ed aggressività verbale) e non verbale (modo di vestire e di atteggiarsi, rapporto con il cibo, modalità di gestire spazi personali). Tale conflittualità spinge il sistema a riorganizzarsi, a ridefinire i legami di ciascun membro con gli altri e con l’esterno. Un equilibrio tra livelli moderati di coesione e livelli moderati di individualità consente alle relazioni familiari di trasformarsi e di conseguenza agli adolescenti di rendersi autonomi pur mantenendo un senso di appartenenza (si parla in questo caso di genitori autorevoli). Le situazioni a rischio si rintracciano invece nei contesti familiari che si situano in posizioni estreme, cioè o le famiglie nelle quali sono fortissimi i legami di dipendenza e non viene accettata la differenza (genitori autoritari) oppure quelle in cui non vi è alcun legame di appartenenza, i membri sono completamente indipendenti ed hanno poca influenza l’uno sull’altro (genitori troppo permissivi). La flessibilità permette infatti all’adolescente che si sta sperimentando in diversi ruoli di poter “fare ritorno” nel nucleo familiare per confrontarsi, per elaborare le sue esperienze e per ricevere dai suoi genitori dei criteri guida che gli serviranno per orientare meglio le sue scelte future.

L’adolescenza si configura quindi come un eta’ complessa, caratterizzata da molti cambiamenti sia per il giovane, sia per il suo nucleo familiare di appartenenza. In questa fase un sostegno può essere d’aiuto sia al ragazzo in difficoltà nel delicato processo di separazione-individuazione dalla famiglia d’origine, sia ai genitori che si trovano all’improvviso catapultati in un mondo nuovo, con un figlio che faticano a riconoscere e comprendere. Se anche tu senti di avere bisogno di un aiuto professionale, CONTATTAMI per avere ulteriori informazioni.

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